La dipendenza da cocaina è una malattia impegnativa e con un elevato potenziale distruttivo sulle condizioni personali e sociali. La diagnosi di dipendenza è il primo punto importante. Esistono numerose persone che usando cocaina hanno avuto problemi di vario tipo, anche gravi, senza esserne dipendenti nel senso di una tendenza automatica ad utilizzarla anche dopo aver ripetutamente maturato l’intenzione di non toccarla più.
L’abuso e la dipendenza hanno principi di terapia diversi, anche perché diversa è la prognosi. Mentre nell’abuso la capacità dell’individuo di andar dietro alle proprie intenzioni, dopo una prima fase più sofferta e difficile, anche per il superamento della sindrome da sospensione della cocaina o per la necessità di rimediare ai danni prodotti. I fattori sociali e di relazione possono essere utilizzati come motivi, incentivi e appoggi validi per motivare il superamento di questa fase. Spesso è necessaria una terapia farmacologica, specialmente quando è presente un disturbo dell’umore che in futuro tenderebbe a ricondurre all’uso durante fasi di eccitamento agitato o euforico.
Viceversa, la dipendenza è una condizione che necessita sempre di un intervento preventivo, perché la previsione è di ricaduta, dopo un periodo variabile di sospensione dell’uso. In tutte le malattie che vanno per ricadute sarebbe utile avere un parametro che aiuta a stabilire a) se c’è un rischio consistente di ricaduta (una sorta di diagnosi “biologica” diretta anziché attraverso i sintomi); b) se il rischio è imminente o meno.
Per quanto riguarda la cocaina, una funzione del genere può svolgerla un parametro ormonale, la prolattina, sostanza prodotta e rilasciata in circolo dal cervello (ipofisi) e avente funzioni non del tutto note, certamente coinvolta nell’adattamento allo stress e nel comportamento sessuale, che deve il nome all’effetto, nella donna, di stimolare la produzione di latte.
La prolattina è ridotta durante il primo uso di cocaina, nel consumatore cronico è stabile ma impenna dopo la sospensione del consumo. Il nesso tra cocaina e dopamina è la dopamina, che in quella zona del cervello controlla le secrezioni ormonali, come in altre parti controlla invece il desiderio e l’umore. I livelli di prolattina sono aumentati nei soggetti astinenti a 43-60 settimane (Weiss et al). Livelli elevati di prolattina nei 6 mesi dopo la sospensione sono associati a rischio di ricaduta, e rischio di “fuga” dai programmi terapeutici e interruzioni delle cure eventualmente in corso, contro il parere dei medici (Kratnzler & Wallington).Esiste una correlazione tra livello di prolattina elevato e desiderio per la cocaina.
A questo andamento non corrispondono necessariamente sintomi evidenti, ma in genere uno stato umorale “inquieto” e allo stesso tempo depresso, in cui la persona percepisce se stesso come appesantito o rallentato, o comunque demotivato, anche se riesce a funzionare in maniera apparentemente normale.
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